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Racconti di Pietroburgo

Nella mia pagina di presentazione dico di amare i libri, eppure non ne ho mai pubblicato una vera e propria recensione, per cui ho deciso di correre ai ripari, partendo dall’ultimo libro che ho divorato: i Racconti di Pietroburgo, di Nikolaj Vasil’evič Gogol’. Oltre alla motivazione temporale, devo ammettere che c’è anche una componente di nostalgia: un anno fa ero proprio a San Pietroburgo, a studiare intensamente la lingua e ad innamorarmi ogni giorno di più della Venezia del Nord.

La raccolta esce per la prima volta con cinque racconti nel 1842. Elementi ricorrenti di questi cinque frammenti di vita sono la satira della società pietroburghese, il divario tra ideale e realtà e l’elemento fantastico, a volte assurdo.  

  • La Prospettiva Nevskij: dalla via principale di San Pietroburgo, fulcro della vita cittadina e testimone di ogni vita pietroburghese, partono le storie incrociate di due individui che inseguono due donne incontrate sulla prospettiva.
  • Il Naso: l’assessore Kovalëv si sveglia una mattina senza naso e lo ritrova che passeggia per le strade della città, avendo peraltro assunto il titolo del suo, ormai menomato, proprietario.
  • Il Ritratto: fulcro del racconto è l’inquietante ritratto di uno strozzino, che sembra avere il potere di incattivire l’animo di chiunque lo possieda.
  • Il Cappotto: la vicenda di Akakij Akakievič, impiegatuccio d’ufficio la cui misera vita sembra migliorare solo con l’acquisto di un cappotto nuovo, e rimpiombare di nuovo nella tristezza quando questo viene rubato.
  • Le Memorie di un Pazzo: diario di un impiegato, figura tanto comune nella Pietroburgo ottocentesca, la cui flebile vena di follia si trasforma in delirio quando si convince di essere il successore al trono di Spagna.

Personalmente ho apprezzato La Prospettiva Nevskij e Il Ritratto. Il primo perché riporta un’immagine di San Pietroburgo che è la stessa che avevo sperimentato in prima persona. Una città dall’anima doppia e mutevole, la cui faccia cambia continuamente a seconda delle condizioni atmosferiche e delle viette che imbocchi, dove niente è ciò che sembra e una leggiadra fanciulla, intravista a passeggiare come una dama sulla prospettiva, si può rivelare una volgare prostituta.

De Il Ritratto, invece, mi hanno colpito i toni cupi e misteriosi che, come un miasma, sembrano uscire dalle pagine e contagiare il lettore, dando un senso di lieve oppressione, e allo stesso tempo di curiosità morbosa. Un altro dettaglio di pregio è la forma narrativa a scatole cinesi o, sarebbe meglio dire, a matriosche: all’interno della storia principale troviamo infatti i racconti degli infelici che si sono trovati a contatto con il ritratto.

Piccola curiosità: San Pietroburgo fu fondata nel 1703, ha compiuto proprio ieri 310 anni. Sì, avete capito bene, la città ha un compleanno, ed è una giornata di grandi festeggiamenti. Per quanto mi riguarda, La parte migliore è il balletto la sera davanti al palazzo Michajlovskij: stelle del balletto russo si esibiscono all’aperto, in un evento aperto al pubblico di pietroburghesi e turisti, che si affollano per conquistarsi un posto a sedere e che, se falliscono, si accontentano di godersi lo spettacolo dall’altra riva del canale, mentre il sole delle notti bianche illumina la scena.Image

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